Innovazioni sul campo

di Fabio Massi

Il settore dei fertilizzanti per l’agricoltura ha subito una brusca frenata dai regolamenti comunitari previsti dalla nuova Pac. L’Istat ha realizzato un’istantanea del mercato italiano dei concimi.

L’entrata in vigore della nuova politica agricola comunitaria (Pac) ha avuto, lo scorso anno, un considerevole impatto frenante sulla distribuzione e sull’utilizzo dei fertilizzanti nell’agricoltura del nostro Paese. È questo il dato più rilevante che emerge dall’annuale rilevazione censuaria sull’immissione al consumo di concimi, ammendanti e correttivi per uso agricolo effettuata dall’Istat presso tutte le imprese distributrici. I risultati dello studio sul mercato del 2005 – presentati in occasione di una recente giornata di lavoro organizzata da Assofertilizzanti, l’associazione nazionale di categoria che fa parte di Federchimica – ha messo in evidenza come lo scorso anno si sia interrotta la crescita dei fertilizzanti che durava da diverso tempo: rispetto al 2004, infatti, si registra una riduzione del 4,8% dei formulati distribuiti, scesi da 53,6 a poco più di 51 milioni di quintali.

Entrando più nel particolare, si nota come questa inversione di tendenza sia dovuta soprattutto alla pesante battuta d’arresto subita dai concimi, la cui immissione al consumo in un anno è calata di quasi 3,1 milioni di quintali (-7,2%), attestandosi appena sotto la soglia dei 40 milioni. Gli ammendanti, invece, hanno sostanzialmente tenuto e anzi realizzato un piccolo incremento (+2,1), superando i 10,6 milioni di quintali, mentre i correttivi hanno quasi raddoppiato (+95,5%) la performance dello scorso anno sfiorando i 578.000 quintali, seppure rimanendo ancora un prodotto di nicchia. In termini di dati disaggregati per aree territoriali, la distribuzione nazionale dei fertilizzanti del 2005 ha confermato in larga massima la ripartizione degli scorsi anni: il 59,5% si è concentrato nel Nord, il 15,3% nel Centro e il restante 25,2% nel Mezzogiorno. In particolare, nelle regioni settentrionali risulta immesso al consumo più della metà del totale dei concimi (56,4%), circa tre quarti degli ammendanti (74%) e gran parte dei correttivi (87%).

Tornando al netto ridimensionamento della distribuzione dei concimi avvenuto nel 2005, questo si accentua se consideriamo solo il comparto più rilevante, cioè quello dei formulati minerali, passato da 36 a 33,3 milioni di quintali (-7,5%), con i minerali semplici che hanno perso il 6,3% (soprattutto fosfatici e azotati) e i composti il 9,3%. Lombardia, Emilia Romagna e Veneto si spartiscono quasi la metà della distribuzione nazionale dei minerali semplici e il 37,5% dei minerali composti. Il segmento dei concimi a base di mesoelementi anche nel 2005 ha fatto registrare numeri importanti sfiorando i 120.000 quintali, con un aumento rispetto all’anno precedente di circa 53.000 quintali (+78,9%). Quasi tre quarti di questa tipologia di prodotto vengono distribuiti nel Mezzogiorno, in particolare in Puglia e in Calabria in cui si concentra il 57,4% del totale nazionale. Il progressivo aumento dei concimi a base di mesoelementi si deve principalmente alla marcata specializzazione della componente più innovativa delle aziende agricole e ortofrutticole italiane, sempre più orientate verso una maggiore competitività sul mercato locale, nazionale e internazionale.