Insieme per tutelarci

di Fabio Massi

La tutela del consumatore in Italia sconta un notevole ritardo rispetto ad altri Paesi europei, soprattutto del Nord, dove le direttive emanate dalla Comunità europea a partire dal 1973 – anno in cui viene approvata la “Carta europea di protezione dei consumatori” – riguardanti temi come la responsabilità delle aziende per i danni provocati da prodotti difettosi, la pubblicità ingannevole, la tutela dei consumatori sulle indicazioni dei prezzi e le garanzie al consumo in genere, non soltanto sono state recepite dagli ordinamenti nazionali, ma sono ormai diventate regole consolidate e condivise da tutti, sia dalla domanda sia dall’offerta.
Il legislatore italiano solamente nel 1998, con la legge n. 281, ha accolto i principi contenuti nelle normative comunitarie riconoscendo i diritti individuali e collettivi dei consumatori e degli utenti e promuovendone la tutela anche in forma collettiva e associativa.

Oggi l’universo del consumerismo italiano si compone di una ventina di associazioni che operano a livello nazionale, 18 delle quali – che insieme raccolgono circa 1,3 milioni di iscritti – sono riconosciute dal Consiglio nazionale consumatori e utenti (Cncu), istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico proprio con la legge 281/1998. Alcune sigle vantano una lunga tradizione di battaglie per la difesa dei diritti dei cittadini come l’Unione nazionale consumatori (Unc) fondata nel 1955 da Vincenzo Dona – riconosciuto come il padre del movimento consumeristico nel nostro Paese – o Altroconsumo nata nel 1973 e che oggi può contare su oltre 300.000 iscritti. Molte associazioni, invece, hanno visto la luce verso la fine degli anni ‘80, alcune su iniziativa delle maggiori organizzazioni sindacali come nel caso di Adiconsum, Adoc e Federconsumatori, altre dall’unione di associazioni impegnate in differenti settori come il Codacons, altre ancora scaturite dall’impulso di gruppi di cittadini e di liberi professionisti. Non manca neanche un’associazione d’ispirazione cristiana come la Lega consumatori promossa dalle Acli milanesi nel 1971.

Nel corso degli ultimi due decenni l’attività delle diverse associazioni dei consumatori ha contribuito a correggere numerose storture presenti sul mercato dei servizi e dei beni di consumo nel nostro Paese come nel caso delle cosiddette clausole vessatorie nei contratti di vendita, della lotta all’inquinamento e della difesa dell’ambiente, dei rincari ingiustificati dei prezzi di alcuni prodotti, dei disservizi nelle telecomunicazioni e nei trasporti, tutti ambiti raccolti nel testo di riferimento in materia di tutela dei consumatori, il “Codice del consumo” emanato con il decreto legislativo n. 206 del 2005.
Tuttavia, il sistema attuale dell’associazionismo consumeristico italiano viene spesso criticato per essere caratterizzato da un’eccessiva frammentazione e da una scarsa specializzazione delle varie sigle, due aspetti che a volte sfociano in situazioni di conflittualità e litigiosità tra le stesse associazioni. [...]