Dall’autore al lettore

di Fabio Massi

Il settore dell’editoria sta vivendo un processo di importante mutazione, soprattutto a livello distributivo, legato alle più recenti novità tecnologiche inerenti questo comparto. Le piccole case editrici e le librerie tradizionali sono le realtà che stanno soffrendo maggiormente il cambiamento in atto: aumento del costo della carta, visibilità sul mercato, tempi di presenza a banco e a scaffale, prezzo finale di copertina, sviluppo del digitale.

Da quando viene concepito dal suo autore fino al momento in cui viene sfogliato nelle mani del lettore un libro attraversa un percorso che, soprattutto negli ultimi anni, può riservare non poche criticità per i diversi player della filiera: aumento del costo della carta, visibilità sul mercato, tempi di presenza a banco e a scaffale, costi ed efficienza della distribuzione, prezzo finale di copertina, sviluppo del digitale. Di modelli distributivi a confronto e di tanti altri argomenti di grande attualità per il presente e per il futuro dell’industria editoriale italiana si è parlato nel corso della decima edizione di “Più libri più liberi”, la fiera nazionale della piccola e media editoria che si è svolta lo scorso dicembre al Palazzo dei Congressi di Roma e che ha visto la partecipazione di oltre 400 editori e decine di autori.

Secondo i dati Nielsen Bookscan, nei primi dieci mesi del 2011 il settore del libro ha fatto registrare un calo dello 0,7% sul totale del mercato – pari a circa 7,1 milioni di euro di spesa in meno – nei canali trade (librerie tradizionali, catene di librerie, grande distribuzione organizzata e Internet), mentre migliorano i dati a volume: il numero di copie vendute, infatti, è cresciuto dello 0,4% complessivo. Sono comunque i piccoli editori a soffrire maggiormente delle difficoltà del periodo rispetto alla media del mercato, perdendo il 4,8%, mentre i grandi editori riescono a mettere a segno un +0,8% a valore. In termini di trend dei diversi canali distributivi, crescono solamente le librerie e Internet (+0,1%), che insieme valgono l’83,4% del mercato (nel 2010, nello stesso periodo, erano l’82,8%), mentre perde quota in modo significativo (-4,1%) la gdo, che pesa per il 16,6% sul mercato (era al 17,2% nel 2010), risentendo della minore capacità di spesa delle famiglie italiane.

In questo contesto il vero scoglio per l’editoria, in particolare per quella medio-piccola e piccola, è la distribuzione. Le piccole case editrici, infatti, riescono ad accedere alla grande distribuzione con sempre più difficoltà e, quando questo accade, sono costrette a pagare percentuali molto elevate, che si aggirano tra il 50 e il 60%. Si deve tener conto, inoltre, dei tempi di presenza dei prodotti editoriali all’interno dei punti vendita, che negli ultimi anni si sono ridotti sensibilmente: se un libro entro 30 giorni non viene venduto la libreria lo toglie dal mercato, con il conseguente aumento delle rese e i relativi costi di gestione. Secondo i dati Nielsen elaborati dall’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori (Aie), i primi cinque gruppi editoriali italiani rappresentano il 63,1% delle vendite di libri realizzate nei canali trade, mentre altri editori medi e medio-grandi pesano per il 23,4% e i piccoli editori (circa 400 case editrici con un fatturato annuo a prezzo di copertina inferiore a 10 milioni di euro) non superano il 13,5%. La situazione di criticità legata alla distribuzione affligge anche librai e librerie, i cui fatturati sono in calo e molti sono costretti a chiudere, non soltanto a causa della straripante forza delle librerie megastore, ma anche dalla minore necessità di luoghi fisici di vendita distribuiti sul territorio in seguito alla diffusione delle grandi catene on-line, perlopiù internazionali, e al progressivo passaggio dei contenuti al digitale.

Proprio le nuove tecnologie, oltre alla crisi economica, sono tra i fattori che maggiormente stanno modificando in profondità non soltanto la maniera in cui si legge, ma anche il modo in cui il lettore arriva alla decisione di comprare un libro, così come i canali di vendita in cui si acquista, fino alla possibilità offerta agli autori di autopubblicare i propri e-book direttamente sul Web (self-publishing)…

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