Fra una giostra e l’altra cresce l’appetito

di Fabio Massi

I 170 parchi divertimento presenti in Italia, oltre alla loro natura di amusement, sono anche un’ottima occasione di consumo di cibi e bevande che, anzi, rappresentano la seconda voce per importanza di fatturato per molte di queste strutture a tema. Diverse grandi aziende alimentari, infatti, stringono accordi con le imprese che gestiscono i parchi non soltanto per essere presenti con i propri prodotti all’interno delle strutture, ma anche per posizionarsi nei pressi di alcune attrazioni particolari. 

Cibo e divertimento è uno di quei binomi che riesce a far coincidere in maniera quasi perfetta le necessità della domanda con quelle dell’offerta. Lo dimostra il settore dell’amusement, in particolare il segmento dei parchi permanenti a carattere tematico, acquatico e faunistico e dei parchi avventura, che costituiscono un importante canale di consumo di cibi e bevande. Anzi, per molte di queste strutture il food & beverage rappresenta la seconda voce per valore di fatturato dopo gli introiti dei biglietti d’ingresso.

Ogni anno in Europa – secondo i dati pubblicati dall’International association of amusement parks and attractions (Iaapa) – gli oltre 300 parchi di divertimento accolgono più di 150 milioni di visitatori, con un giro d’affari complessivo di 10 miliardi di euro. L’industria europea dei parchi a tema ha investito nel corso del 2012 più di 400 milioni di euro in nuovi progetti e per migliorare le proprie strutture. Più nel dettaglio, il consueto report annuale realizzato dalla Themed entertainment association (Tea) ci dice che i principali 20 parchi di divertimento europei – nei quali figurano anche due strutture italiane, Gardaland (8° posto) e Mirabilandia (17°) – hanno fatto registrare nel 2011 un’affluenza di 57,8 milioni di visitatori, con un incremento del 2,8% rispetto al 2010 e interrompendo un biennio di lieve contrazione (-0,2% e -1’8%).
Da questi numeri è facile intuire i motivi per i quali molti grandi brand dell’industria alimentare stringono accordi con le imprese che gestiscono i parchi tematici, non soltanto in qualità di sponsor o per essere presenti con i propri prodotti all’interno delle strutture, ma anche per posizionarsi nei pressi di alcune specifiche attrazioni.

In Italia i parchi permanenti di divertimento sono 170, oltre a 150 parchi avventura. Secondo i dati elaborati dalla Società italiana autori e editori (Siae), nel periodo che va da agosto 2010 a luglio 2011 il numero degli ingressi nelle strutture dell’amusement ha superato i 13,1 milioni, gran parte dei quali si è concentrata nei mesi estivi e nei fine settimana, con una crescita di quasi tre punti percentuali rispetto all’anno precedente (+2,8%).
La spesa al botteghino è stata di circa 193 milioni di euro (+5,4%), mentre la spesa complessiva del pubblico ha sfiorato i 310,5 milioni di euro, con un lieve incremento dello 0,7% sul 2009. Il volume d’affari totale per le imprese del settore è stato di quasi 318,5 milioni di euro (+2,1%).
A livello territoriale, il Nordest è la macroarea dove si è concentrato il maggior numero di ingressi con 7,9 milioni, divisi quasi esclusivamente tra Veneto ed Emilia Romagna con rispettivamente 4 e 3,9 milioni. Il Sud e isole seguono con 2,3 milioni (più di un milione nella sola Campania), quindi il Centro e il Nordovest con circa 1,5 milioni ciascuna, soprattutto nel Lazio (1,3 milioni) e in Lombardia (1,2 milioni).

Sempre in termini di ingressi, la regione che ha mostrato la dinamica più positiva – senza contare le aree con numeri assoluti molto bassi – è stata il Lazio con un incremento del 63,7%, che è passato da 800.000 a quasi 1,3 milioni di visitatori grazie soprattutto alla recente apertura del parco Rainbow Magicland a Valmontone, nei pressi di Roma. Altre regioni che sono cresciute con un buon tasso sono l’Emilia Romagna con +15,5% (da 3,3 a 3,8 milioni), la Campania con +4,1% (da 1 a 1,1 milioni) e la Sicilia con +9,2% (da 370.000 a 400.000), mentre il segno meno ha caratterizzato soprattutto il Veneto, che da un anno all’altro ha perso oltre 600.000 visitatori (-13,7%), la Puglia con -16,6% (da 500.000 a 420.000) e il Piemonte con -16,3% (da 230.000 a 190.000).

«È inutile negare che la crisi economica si sia fatta sentire anche nel settore del divertimento – afferma Massimiliano Freddi, direttore di Minitalia Leolandia – le famiglie stanno cambiando le loro abitudini e danno priorità alle spese di prima necessità, anche se il parco a tema resta una realtà che, all’interno delle alternative per il tempo libero, è ancora una delle più accessibili. Il nostro parco, essendo pensato per le famiglie, attua già da listino dei “prezzi famiglia”, in più ogni biglietto consente di tornare gratuitamente anche il giorno successivo alla visita. A ciò si sono aggiunte durante l’estate iniziative particolari, magari limitate nel tempo, che sono andate ad agire sul prezzo oppure su nuove offerte per far vivere il parco agli ospiti».

Le numerose strutture sparse per tutto il territorio nazionale – gran parte delle quali viene rappresentata dall’Associazione nazionale esercenti spettacoli viaggianti e parchi (Anesv-Agis) – ha dovuto fronteggiare la congiuntura economica cercando da una parte di ottimizzare i costi e dall’altra di non perdere appeal nei confronti dei propri visitatori.
«Sicuramente la flessione dovuta alla stretta della crisi sull’economia delle famiglie si fa sentire – dichiara Rossana Gandossi, direttore marketing e comunicazione di Acquaworld – ma per la stagione estiva, durante la quale molte persone hanno scelto di rimanere in città, abbiamo inserito ticket agevolati per le famiglie, abbonamenti per l’intera stagione con ingressi illimitati, campus estivi per i bambini e un programma di attività di animazioni per grandi e piccini. Puntando su tariffe agevolate e contenuti coinvolgenti crediamo di poter far fronte alla situazione. Sicuramente queste iniziative verranno mantenute e incrementate anche per la stagione invernale».

Qualche grande struttura ha scelto invece di incrementare le promozioni veicolate attraverso i prodotti del largo consumo, sia alimentari che non food.
«Alla contrazione del reddito disponibile delle famiglie ¬– spiega Paolo Viarengo, marketing manager di Gardaland – cerchiamo di reagire con molteplici attività. A cominciare dalle massicce promozioni organizzate in collaborazione con diverse grandi aziende produttrici di beni di largo consumo, con lo scopo di rendere maggiormente accessibile l’acquisto dei biglietti d’ingresso tramite la classica formula del “3 x 2”. Vi sono poi le offerte “estemporanee” che consentono di accedere al parco in determinati giorni della settimana con una tariffa speciale. Vi è infine un’attenta politica trade multicanale, che prevede una strategia distributiva in grado di estendere la distribuzione dal classico canale delle agenzie viaggi principalmente al Web e alla gdo, sia tramite l’inserimento dei biglietti d’ingresso all’interno di cataloghi fedeltà di importanti catene sia attraverso la rivendita dei biglietti in selezionati supermercati».

Altro strumento per cercare di incrementare visitatori, o almeno per limitarne la perdita, è quello di arricchire la propria offerta con l’introduzione di nuove attrazioni, la cui costruzione viene svolta in particolare nel nostro Paese. Le aziende italiane di questo settore – rappresentate dall’Associazione nazionale costruttori attrezzature spettacoli viaggianti (Ancasvi) – costituiscono infatti un’eccellenza del Made in Italy e riescono a mantenere la leadership internazionale grazie soprattutto agli ottimi risultati dell’export.
«Abbiamo interpretato la crisi come un mercato – afferma Pier Perucci, responsabile marketing & creatività di Aquafan – e l’abbiamo affrontata cercando di contestualizzare il più possibile lo scenario: il cliente vuole pagare di meno, vuole un prodotto sempre più emozionante e di qualità, perciò il parco, per essere all’altezza, deve aumentare i propri costi e investire sul prodotto. Nel 2010, infatti, abbiamo inaugurato una nuova attrazione, frutto di un investimento di tre milioni di euro, ma siamo riusciti anche ad aumentare quasi costantemente il prezzo del biglietto che però vale due giorni, il secondo dei quali è a scelta del cliente. Grazie alle ottime condizioni meteo, a un’intensissima attività di animazione quotidiana e all’apertura notturna, inoltre, siamo riusciti dal 2009 in poi a incrementare costantemente le presenze».

Una delle tendenze più recenti del settore dell’amusement prevede di affiancare alla consueta area dedicata al divertimento anche zone commerciali, outlet, cinema, spazi sportivi, centri benessere e tutto ciò che fa intrattenimento, per offrire alla propria clientela un’esperienza che si avvicina al concetto di resort.
«Abbiamo reagito alla crisi scegliendo di fare maggiore promozione – dichiara Marina Murialdo, direttrice del parco acquatico Le Caravelle – per far conoscere ancor più la nostra struttura. Inoltre, abbiamo realizzato pacchetti speciali per le famiglie e i gruppi. In controtendenza con la congiuntura economica, abbiamo deciso di fare forti investimenti per potenziare il parco acquatico, creando accanto alla tradizionale area di divertimento una zona dedicata al benessere. Si tratta di un percorso benessere con grotte e sorgenti massaggianti, percorso kneipp, grotte che alternano caldo al freddo, grotte di vapore e docce energizzanti. Insomma, uno spazio relax all’interno del parco dedicato a chi vuol trovare anche un po’ di riposo per il corpo e per la mente. Accanto alla zona benessere c’è un servizio di baby sitter gratuito per i genitori che vogliono provare la sorgente».

Proprio il target delle famiglie, e in particolare dei bambini, sembra quello cui siano destinate la maggiori attenzioni da parte delle aziende che gestiscono i parchi tematici.
«Non è certamente un anno facile per il nostro settore – spiega Pietro Lanciotti, direttore commerciale di Mirabilandia – la crisi si fa sentire e le famiglie sono le prime a risentirne. Per questo motivo cerchiamo di venire loro incontro con promozioni mirate che le aiutino e le incoraggino a trascorrere una mini vacanza nel nostro parco. È il caso dell’offerta dedicata ai bimbi partita in via sperimentale a maggio e che ha avuto un notevole successo, tanto che la direzione della struttura ha deciso di prorogarla fino a tutta l’estate. In pratica, diamo a tutti i bambini fino ai dieci anni compiuti la possibilità di venire gratuitamente al parco. Per usufruire di questa promozione basta passare per il nostro sito internet e compilare l’apposito form».

Le difficoltà causate dalla crisi economica hanno spinto i parchi di divertimento non soltanto a ripensare le attività promozionali e il programma delle iniziative, magari introducendo nuove attrazioni, ma li hanno anche sollecitati ad ampliare la gamma dell’offerta di cibi e bevande all’interno delle proprie strutture.
«Il settore food & beverage è molto importante nell’economia di un parco di divertimenti come il nostro – continua il direttore commerciale di Mirabilandia – e anche in questo caso cerchiamo di trovare formule legate a menù che possano offrire un rapporto qualità prezzo soddisfacente per i quasi due milioni di visitatori che ogni anno ci vengono a trovare».
In termini statistici, in molte strutture la spesa pro capite per i consumi di cibi e bevande, insieme a quella per il merchandising, incide infatti per una percentuale del 45% sugli incassi complessivi…

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