Nel regno del Brillante Compagno

di Fabio Massi

Bufale, depistaggi, test nucleari. Cosa succede davvero in Corea del Nord, dietro la facciata delle foto ufficiali dove splende il sorriso di Kim Jong-Un?

Tre generazioni. Il regime di Pyongyang è sempre stato un affare di famiglia. Il padre della patria è Kim Il-Sung, il “Grande Leader” e “Presidente Eterno”, eroe della resistenza anti-nipponica e creatore dell’ideologia del Juche (autosufficienza): potere assoluto, indottrinamento delle masse e culto della personalità sono i segni distintivi della sua direzione, durata dal 1948 al 1994, anno della sua morte. Gli succede il figlio Kim Jong-Il, il “Caro Leader”, che mantiene intatta la severità del regime, allacciando numerosi rapporti internazionali e sviluppando il programma nucleare avviato dal padre. Morto d’infarto nel dicembre 2011, gli subentra il suo terzogenito, il 28enne Kim Jong-Un, il “Brillante Compagno”.

Economia di regime. Il sistema economico nordcoreano è interamente pianificato dal regime, la principale fonte di ricchezza proviene dall’industria (42,8% del Pil), soprattutto militare, estrattiva e metallurgica, mentre l’agricoltura pesa per il 24,6% e i servizi per il 32,6%. La Cina è il maggiore partner commerciale, con oltre il 75% degli scambi, segue la Corea del Sud con circa il 15%. Negli ultimi anni il tasso di crescita del Pil sta viaggiando sull’1%, anche se il dato annuale pro capite è ancora tra i più bassi al mondo. Nel tentativo di attrarre capitali stranieri, Pyongyang nel 2013 ha deciso la creazione di 14 nuove aree economiche speciali, in cui avviare politiche economiche di stampo capitalistico.

Minaccia nucleare. L’ultima prova di forza del regime nordcoreano è l’annuncio di aver sviluppato la tecnologia per miniaturizzare ordigni atomici da inserire nei missili a lunga gittata. Vero o falso che sia, il paese asiatico è uno dei più militarizzati del mondo, con un esercito di oltre un milione di soldati, anche se resta un mistero la reale entità del suo potenziale bellico. Dopo essere uscita nel 2003 dal Trattato di non proliferazione nucleare, la Corea del Nord ha effettuato diversi test nucleari che le sono costate pesantissime sanzioni da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Si stima che Pyongyang spenda per il suo apparato militare tra il 15 e il 25% dell’intero budget dello Stato.

Tutto vero? Le uniche notizie che escono dalla Corea del Nord sono quelle propagandistiche filtrate dall’agenzia governativa Kcna. È difficile, perciò, per i media internazionali capire ciò che realmente accade all’interno del paese e il rischio di abboccare a clamorose bufale rilanciate da giornali satirici o intelligence anti-Pyongyang è dietro l’angolo. Tra le più recenti, la presunta esecuzione dello zio di Kim Jong-Un, fatto sbranare da 120 cani per alto tradimento, la fucilazione con un cannone antiaereo del ministro della Difesa, reo di essersi addormentato durante un evento militare, o ancora, la condanna a morte dei giocatori della nazionale di calcio per aver perso il “derby” contro i cugini del Sud.

In fuga verso il Sud. Il dissenso al regime non è ammesso in Corea del Nord e chi è sospettato di tradimento rischia la pena di morte o la reclusione nei “campi di rieducazione”. Lo scorso anno l’Onu ha divulgato un rapporto di 372 pagine nel quale accusa il regime di Pyongyang di perpetrare crimini contro l’umanità: si ritiene che nei gulag nordcoreani siano rinchiuse circa 200mila persone, bambini compresi, vittime di violenze, torture, schiavitù ed esecuzioni sommarie. Ogni anno centinaia di dissidenti provano a scappare dal paese attraverso il confine con la Cina, ma solo una minoranza riesce a raggiungere la Corea del Sud, dove è attivo un programma governativo di recupero specifico per i fuggitivi.

Passione sportiva. Con la sua ascesa alla fine del 2011, Kim Jong-Un – grande appassionato di calcio e di basket – ha dato un nuovo impulso allo sport, con l’obiettivo di rilanciare all’estero un’immagine più sana e moderna del paese e, al contempo, per alimentare tra la sua gente l’orgoglio e lo spirito nazionale. I cittadini sono “invitati” a partecipare in massa a ogni evento sportivo e le vittorie degli atleti nordcoreani nelle manifestazioni internazionali sono salutate come trionfi del popolo. Lo sport richiama anche turisti, perciò il regime sta investendo molte risorse economiche nella costruzione di maestosi impianti sportivi, come la stazione sciistica di lusso Masik Pass, realizzata in soli dieci mesi.