Continua a crescere fra i consumatori italiani l’utilizzo dei farmaci senza obbligo di prescrizione e di prodotti non farmaceutici per la salute.
L’introduzione del pacchetto di liberalizzazioni proposto nell’estate del 2006 dall’allora ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani ha sicuramente contribuito a fornire un forte impulso al settore dell’automedicazione. Con la proliferazione delle parafarmacie e dei corner della grande distribuzione organizzata, i farmaci senza obbligo di prescrizione e tutti i prodotti non farmaceutici legati al mondo della salute (integratori alimentari, erboristici, omeopatici, dietetici, igiene e bellezza, medicazione ecc.) sono diventati strumenti sempre più utilizzati dai consumatori italiani per la cura del proprio benessere fisico.
Nel 2014 il mercato nazionale della salute – secondo i dati elaborati da Ims Health – ha fatto registrare una sostanziale tenuta a valore rispetto all’anno precedente (-0,1%), attestandosi poco sopra i 26 miliardi di euro. Le vendite dei farmaci sono in contrazione (-1,8%), a causa soprattutto della cattiva performance della categoria dei prodotti con obbligo di ricetta medica, calati del 2,2%, mentre i farmaci senza obbligo di prescrizione (Sop) sono in leggero aumento (+0,4%). All’interno di quest’ultima categoria sono sicuramente i farmaci da banco (Otc) – per i quali è consentita la comunicazione pubblicitaria ai cittadini – a mostrare una maggiore vitalità (+1,8% a valore).
«Il mercato dei farmaci di automedicazione Otc – spiega Agnès Regnault, presidente di Assosalute – è caratterizzato da dinamiche stabili che risentono della diffusione delle malattie di stagione. Infatti, l’andamento del primo semestre è stato positivo grazie soprattutto al balzo delle vendite nella prima parte dell’anno, dovuto a una maggiore incidenza delle sindromi influenzali. Questo fa sperare in un 2015 finalmente positivo in cui ci auguriamo di riportare i volumi sui livelli del 2010. Tuttavia, specie nel confronto con alcuni paesi europei, il mercato dei farmaci Otc in Italia, pur caratterizzandosi per un certo dinamismo in termini di lanci di confezioni e prodotti, stenta a trovare una piena valorizzazione, in linea con una cultura della salute caratterizzata da un sempre maggiore protagonismo individuale. Tale valorizzazione passa attraverso il riconoscimento dei caratteri distintivi dei medicinali senza obbligo di ricetta: strumenti terapeutici efficaci nel risolvere piccoli disturbi di salute, pensati per un utilizzo autonomo e per questo autorizzati dal Ministero della Salute come farmaci senza obbligo di prescrizione, identificabili grazie al bollino rosso sorridente presente sulle confezioni».
Per quanto riguarda invece il mercato non farmaceutico – che pesa per il 32,9% sull’intero settore della salute – nel 2014 ha messo a segno numeri positivi (+2,2% in volumi e +3,9% in valore) e ha superato gli 8,5 miliardi di euro. Tutte le categorie merceologiche crescono, ad eccezione dei prodotti nutrizionali (-2,8%). Il segmento dei prodotti parafarmaceutici da automedicazione (bende, siringhe, disinfettanti, cotone idrofilo ecc.) rappresenta il 27,7% di questo comparto e lo scorso anno è cresciuto del 3%. L’analisi del mercato dei prodotti parafarmaceutici per canali di vendita – sempre secondo i dati elaborati da Ims Health – vede la farmacia in crescita nel primo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014, sia a volumi (+2,7% con 51,1 milioni di confezioni vendute) sia a valori (+4,1% e vendite per 584 milioni di euro).
«La farmacia rappresenta il motore del sell-out dei parafarmaci in Italia – afferma Luca Albani, direzione marketing di Pietrasanta Pharma – con una quota canale relativa la primo trimestre 2015 pari al 77,3% a volumi e al 73,2% a valori. È anche il canale a più elevato tasso di crescita: questo induce a pensare che la farmacia (e il parafarmaco in questo canale) goda di buona salute e che finalmente, dopo alcuni anni di crisi, l’uscita dal tunnel sia una realtà. Il 2015 si è palesato come un buon anno anche grazie a una condizione climatica particolarmente favorevole alle occasioni di vita all’aria aperta e – conseguentemente – al consumo di alcune classi di parafarmaco (si pensi ad esempio alla medicazione, ma anche ai prodotti insetto-repellenti). Questi fattori macroeconomici e stagionali, unitamente al vantaggio competitivo del canale derivante da parcellizzazione dei punti vendita (circa 18.000 sparsi capillarmente sul territorio nazionale) e dalla professionalità del farmacista, fanno ipotizzare che il binomio farmacia-parafarmaco sia destinato a una durevole e reciproca soddisfazione. Se, inoltre, la farmacia si orienterà nel prossimo futuro sempre più verso una gestione del parafarmaco in termini di category management e utilizzerà con maggiore efficacia le tecniche messe a disposizione dal visual merchandising, credo che continuerà ad avere un ruolo sempre più basilare nel soddisfare i bisogni di consumo in ambito parafarmaceutico».
Negli ultimi anni le vendite dei prodotti parafarmaceutici all’interno dei corner della gdo sono in crescita e – secondo i dati elaborati da Iri Infoscan Census – nel 2014 hanno fatto registrare un giro d’affari di circa 155 milioni di euro. I consumatori si rivolgono a questo canale soprattutto per acquisti da medicazione di pronto soccorso che pesano per il 72,2% sul valore dell’intera categoria, seguono le vendite di prodotti di parafarmacia (25,3%) e gli articoli di diagnostica (2,5%). «Si tratta di prodotti ad alta rotazione perché di prima e frequente necessità – dichiara Giangiacomo Zabban, direzione commerciale di Farmac Zabban – spesso sono acquistati preventivamente per averli a disposizione in caso di esigenza immediata. È un’utile forma di prevenzione che le farmacie – il canale distributivo più importante – devono favorire attraverso un’ampia esposizione dei prodotti. Certamente è un settore anticiclico che non risente più di tanto dell’attuale situazione di crisi dei consumi. La nostra azienda fornisce anche gli ospedali e dall’esperienza nel trattamento delle patologie prendiamo spunti per nuovi prodotti di automedicazione per il pubblico. Pur essendo un settore molto concorrenziale e affollato, infatti, ogni anno sviluppiamo diverse novità, come una medicazione adesiva rotonda studiata per ferite alle ginocchia, glutei e parti anatomiche rotonde, un’altra in tessuto non tessuto di viscosa super-assorbente per le lesioni altamente essudanti e un gel curativo delle afte più resistente in bocca».
L’innovazione è sicuramente un terreno sul quale le aziende di questo settore possono competere, ma ci sono anche altri aspetti che forse a volte vengono sottovalutati o poco sviluppati. «È migliorabile la conoscenza dei prodotti che sono studiati per i diversi utilizzi – conclude Giangiacomo Zabban – e un ruolo importante in questo senso potrebbe essere giocato dal farmacista con i suoi consigli. La nostra azienda, attraverso personale dislocato in tutta Italia, fornisce assistenza e organizza corsi per i farmacisti sugli articoli di automedicazione. Un adeguato trattamento iniziale con i prodotti giusti delle patologie curabili con l’automedicazione, infatti, spesso garantisce una veloce guarigione ed evita complicazioni». Sicuramente l’elevata disponibilità di questi prodotti ha contribuito a un notevole miglioramento della salute delle persone, ma non c’è dubbio che anche la qualità dei servizi di vendita abbia un ruolo per nulla trascurabile.
[continua su «Largo Consumo»]